Vergine e Acquario
*el milanes*
Acr il sanremese ...il Milanese ...Progetto Utopie 59!
aprile 02, 2025
Ciao lettrice e lettore... da A.c.r. e C.r.v. con aics, arci, acli e uisp( noi collaboriamo.. con tantissime Associazioni e Fondazioni).
Cosa ne pensi dei ns.36 anni di attivita?
Risposta.... omissis...
*Progetto Utopia 59!*
Il progetto Utopia 59 è nato nel 1987 con la collaborazione dell’associazione di ricerche, universitaria e museale Centro Ricerche Valassinesi (*Utopia 59... e di questo sito acraccademia.it ...piu' i vari Blog tra i quali: "Crvacraccadem465959.blogspot.com* ").
Il progetto U.59, è nato per dare voce e unire gli abitanti appartenenti ad una grande realtà Comasca (Asso, Civenna, Bellagio e la Valassina...)!
Milanese (Milano e Provincia con Monza e la Brianza)! La Liguria con Sanremo, la città della musica, Sanremesi e la realtà internazionale, l' U.E. futuro e presente del continente più antico, che nel modo e nel tempo necessario diventerà ... "Stati Uniti d' Europa". U.59 ... almeno ce lo auguriamo!... che non s’insegna a scuola, ma collabora con il mondo Scolastico, Universitario, Museale e del Volontariato. Nella nostra epoca troppo oscura e spoglia d’illusioni, riteniamo che esistano gli Uomini e le Donne in grado di aggregare... i gruppi e gli individui che non si arrendono alle meschinità del popolo pecora/bue, ma ricercano la collaborazione intelligente e unica di chi difende i valori della Costituzione antifascista del 1948.
Gli UOMINI e le DONNE... portati ai valori Etici del bene e della convivenza civile sono sempre esistiti. Prendiamo gli Italiani, il popolo che discende dai romani e..., dai tempi antichi, dai greci e dalla civiltà.. hanno sperimentato sul campo molte idee della controcultura, trasformando la realtà pagana... nella nostra religione *il Cristianesimo*...(...per dirla con Ken Follet... nel suo ultimo libro *"-Il cerchio dei giorni-"* il Dio del sole che ride... che stigmatizza la guerra e vuole la pace... No al bullismo!)..
Tutto grazieeee a Costantino... È stata
una bella impresa, in un gigantesco teatro all’aperto per happening che mescolavano arte e vita e provocava l’immaginazione ad esercitarsi sui temi della vita urbana della gente. Questo gruppo di visionari, guidati da Gagliardi, Conti, Aceti, Fratta, Villa, Morosini e Merzario, composto da ricercatori d’avanguardia, ... Raffaele, Giuliana, Silvia, Renata, Paolo, Ketti, Rodolfo, Antonio e Priscilla, studenti, sfaccendati ma tanto appassionati, quest’armata di volontari, forte soprattutto dell’ironia ... ai suoi tempi ha fatto perdere la testa a più di un benpensante, e a qualche politico che non capiva l’arte di strada, proposta da don Gino e don Gallo, ma certamente, con le loro invenzioni, hanno mostrato che la cosa da fare, certe volte, è sognare ad occhi aperti. Sognare per esempio una realtà con meno macchine e più treni con biciclette, più leggera e simpatica: lanciarono il Piano del treno+ biciclette, lasciando un certo numero di bici... a disposizione dell’uso collettivo.
Ad Amsterdam le biciclette erano già tante, ma adesso? Esiste una città al mondo con una densità paragonabile di bici per abitante? E’ possibile che non c’entrino nulla quei Don Chisciotte e quelle Mary Poppins con l’atmosfera più tollerante, rilassata, multiculturale, di una delle più vivibili città d’Europa? Gli specialisti di Amsterdam giurano che c’entrano, e come. Il progetto *utopie* cercherà di scoprire e far conoscere le tante biciclette bianche della nostra epoca.
Bisogna essere contradditori con la realtà. Non si deve essere appagati di ciò che ci appare, ma bisogna domandarsi cosa c’è dietro ciò che vediamo e chiedersi, sempre, come potrebbe essere una vita migliore.
Per questo sono nati questo sito e l'organizzazione Utopie. Per coloro che non si accontentano del presente e vogliono vivere le proprie utopie. Utopie non tanto nel senso di società ideali ma nel senso di luoghi e possibilità che possono esserci e ci sono, e che proteggono, nutrono le idee, i progetti e le speranze di mutamento del mondo. Utopie plurali e non Utopia, perché i sogni non abitano in una solo Utopia, ma in una moltitudine di utopie. Meglio diffidare dei guru e delle certezze e guardare la realtà con il filtro del dubbio.
In questo sito trovano e troveranno spazio molte esperienze che contraddicono la realtà e cercano di mutarla, sogni individuali e collettivi realizzati: economie senza denaro, viaggi leggeri, progetti di sviluppo umano, consumi consapevoli, cooperazione decentrata, teatro, formazione, permacultura, ecologia quotidiana, tecnologie appropriate, pratiche non violente, ecovillaggi, responsabilità sociale d'impresa, edilizia ecologica, boicottaggi, commercio equo e solidale, gruppi d'acquisto solidale, solidarietà internazionale, bilanci di giustizia, azioni dirette non violente, aiuti umanitari, risoluzione dei conflitti, educazione interculturale, turismo responsabile, etc. Progetti a volte modesti anche quando sono ambiziosi, ideali controllabili, speranze che possono trovare e hanno trovato una realizzazione. Utopie che non sono più utopie perché il loro corso e il loro risultato lo hanno avuto.
Il progetto utopie approfondisce aree e concetti che non sempre trovano adeguato spazio nel mondo dell'informazione e della comunicazione. Utopie non ha la pretesa della esaustività o della completezza, ma nasce per aiutare ad ascoltare le utopie che sono dentro di noi essendo più coscienti del mondo che abitiamo e dei molti progetti realizzabili. Non suggeriamo di vivere nel sogno di una vita fantastica che ha luogo nel passato o nel futuro, dimenticando la realtà. Le utopie oggi già esistono e possiamo realizzare il nostro mondo, a partire da noi stessi. Certo, certe possibilità possono sembrare impossibili, ma questo capita solo perché a volte si dà per scontato, ovvio, e quindi giusto, ciò che è una cristallizzazione dell'errore, al quale consuetudine, pigrizia e convenzioni hanno conferito grado di Verità. Con una visione critica e laterale dell' esistente è più semplice non consumare banalmente la vita.y
La filosofia del progetto utopie è quella di conoscere il mondo senza barriere, disprezzare la menzogna, contare sul piacere della scoperta di nuovi paesaggi, di nuove avventure, di nuovi...ideali...
Omissis... Segue...
Vedi poi... http://www.acraccademia.it/Il%20Civennese%20pag%204.html
Ferrara ha scritto l’ennesimo pezzo magistrale: visione storica, lucidità e coraggio nel chiamare le cose col loro nome.
Israele non combatte una crisi regionale ma una guerra di sopravvivenza.
Vale la pena leggerlo riga per riga.
Ferrara
“La guerra che Israele conduce non è solo contro Hamas a Gaza, ma contro un'intera rete di potere che va dall'Iran al Qatar. Nessuna trattativa, nessuna tregua può disinnescare l'effetto del 7 ottobre.
Questa è una guerra di sopravvivenza, non una crisi regionale, e ogni appiglio diplomatico è solo parte del teatro
Doha spiega tutto.
Inutile girarci intorno, come fa la brigata di Amici miei della Flotilla, tra fuochi d’artificio scambiati per droni nelle acque basse (attenzione capitani) di Sidi Bou Said,
___questa è Monaco 2023.
Durerà ancora anni o tutto il tempo necessario, la caccia agli autori del pogrom del 7 ottobre, e non ha confini.
La resa di Hamas e il suo disarmo forzato, che a nessuno sembra quel che è, l’unico obiettivo politico e umanitario corrispondente alla gravità della situazione, non sarà nemmeno la soluzione definitiva del problema.
La ritorsione biblica non ha confini, appunto, né geografici né diplomatici né umanitari.
Attaccato in modo sanguinoso, atroce, da nemici irriducibili ed eroici, a loro modo, che promettono e realizzano mezzo inferno agli israeliani, sacrificando con fanatismo la propria vita e quella del loro popolo di vecchi donne e bambini, l’altro ieri gli atleti delle Olimpiadi, ieri i kibbutz e i festival musicali in territorio nazionale,
___Israele non la prende bene, diciamo così, e l’inferno per i nemici lo propone intero.
Ha liquidato e sta liquidando pezzo per pezzo, con una guerra tragica e snervante dai costi eccezionali,
- Hamas in Cisgiordania e a Gaza e dovunque possibile,
- compresa la città delle finte trattative in corso, Doha capitale del doppio e triplo e quadruplo gioco, compresa Teheran, niente immunità consolare per gli assassini.
Ha smantellato e sta smantellando uno dei più forti eserciti del medio oriente,
___quello di Hezbollah in Libano, dopo la decimazione della sua leadership politica e religiosa.
Ha colpito i cieli di Teheran, il grande mandante, e i siti nucleari, con l’aiuto imposto degli americani.
- Ha eliminato l’infrastruttura militare sopravvissuta alla caduta di Assad in Siria e creato avamposti di sicurezza ai confini.
___Ha decimato il vertice degli houti e promette ancora fuoco e fiamme agli occupanti missilistici di Sana’a nello Yemen.
A Gaza City l’Idf cerca di essere chiara sull’evacuazione umanitaria, come si può esserlo in una tragedia di guerra, e come solo gli eserciti israeliani cercano di essere,
- lavora per l’evacuazione, impedita in parte da Hamas che spara a chi lascia la cortina di scudi umani creata appositamente intorno agli apparati militari e alla rete sotterranea,
- ma opera, con costi alti anche per il suo esercito prostrato da una guerra durissima e lunghissima, per l’eliminazione radicale, fino all’ultimo combattente-sicario, dell’orda nemica e nichilista protagonista del pogrom e degli attentati.
Spesso il giudizio angosciato prescinde dalla dimensione vera dei fatti, dalla loro enormità.
Si indirizzano l’opinione pubblica e la diplomazia __non contro Hamas e Teheran
__ma contro Netanyahu, contro i suoi ministri di destra estrema, contro lo Shin Bet, il Mossad, l’Idf, le forze aeree,
e non si intende che questa, dopo la caccia all’uomo scatenata dall’eccidio di Monaco, puntuale, ossessiva, perfino maniacale, sconfinata, dopo l’espulsione di al Fatah dal Libano, dopo lo sradicamento dell’Intifada terroristica con i carri armati in Cisgiordania, dopo le altre dimostrazioni di forza dissuasiva contro chi vuole lo sterminio degli ebrei in medio oriente e nella loro patria nazionale, avendo rifiutato la convivenza possibile secondo gli accordi di Oslo o il processo di Oslo e molti altri tentativi,
è una guerra di sopravvivenza, mors tua vita mea, ingiudicabile con criteri relativizzanti, fuori dal suo assoluto. ___Israele è questo, oggi, e non può che essere questo, chiunque sia al suo vertice, come da ultimo dimostra l’agguato di Doha contro i resti di una catena di comando che usa ostaggi, negoziati e civili come armi di contrasto alla autodifesa del suo nemico disumanizzato.
Israele non ha occhi per piangere, ma solo per colpire chi lo vuole morto”.
Giuliano Ferrara dà il Foglio












